Una nuova guida per avvicinarsi a una disciplina che non si rivolge a iniziati o mistici, ma che grazie a solide basi scientifiche può offrire a chiunque un aiuto prezioso per superare i mali della contemporaneità – dallo stress alla depressione – e ritrovare sé stesso. Raggiungendo la propria realizzazione personale.
Il miglior mentore di un manager del terzo millennio? Un samurai del XVI secolo. Il superpotere che salverà il mondo? La consapevolezza. Il più grande inganno dei nostri tempi? Il multitasking. La virtù da riscoprire? L’ozio. Se queste sono le premesse – solo in parte provocatorie – è probabile che il libro di Riccardo Caserini risulterà sorprendente per molti e perfino fastidioso per qualcuno.
D’altronde dopo più di un anno di pandemia e di “normalità” sacrificata, sostenere con Pascal che “tutta l’infelicità dell’uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo” può sembrare quantomeno azzardato. Eppure, secondo l’autore, è proprio da una ritrovata “presenza a noi stessi” che bisogna ripartire per curare le più diffuse patologie della contemporaneità che portano il nome di depressione, ansia, stress, alienazione. Alimentate da una società in cui il “fare” (troppo) si sta imponendo come il principale antagonista dell’essere.
Partendo da solide evidenze scientifiche e dalla propria esperienza, Caserini accompagna il lettore alla scoperta della mindfulness illuminandola con uno sguardo diverso dal solito e spiegando come gli effetti della pratica possano riflettersi nella vita quotidiana e lavorativa, non solo migliorando la propria consapevolezza e di conseguenza anche la capacità di prendere decisioni e di individuare (e modificare) le abitudini di pensiero, e quindi di comportamento, di cui spesso ci si sente ostaggi, ma anche valorizzando quelle soft skill fondamentali in ambito professionale.