Profit e non profit, pubblico e privato, lavoro e volontariato:
i confini tra queste dimensioni appaiono sempre più sfumati
di fronte alla comparsa di sfere «ibride» in cui si affermano
nuove e molteplici modalità di produrre valore da parte di imprese
di capitali, organizzazioni non profit e amministrazioni pubbliche.
Le imprese nel senso tradizionale del termine stanno infatti
cambiando l’organizzazione della produzione di beni e servizi,
fondendo in misura crescente nel loro modello di business
le dimensioni economica, sociale e ambientale. Al tempo stesso,
i soggetti non profit tendono a incrementare la percentuale
di beni e servizi scambiati sul mercato con un accrescimento della
componente produttiva. Infine, lo Stato assume il ruolo di soggetto
promotore e attore di processi che vedono la partecipazione attiva
dei cittadini, mettendo a disposizione il patrimonio di infrastrutture
inutilizzate e degradate.
Un modo nuovo di essere e agire per creare valore condiviso,
sviluppare soluzioni innovative a bisogni non soddisfatti, creare
spazi di innovazione sociale che mettono al centro la persona.
Gli esempi non mancano e fanno ben sperare.