Egea
Talento ribelle

La “difformità costruttiva” è il comportamento ribelle che avvantaggia le organizzazioni, porta benefici sia in termini di prestazioni che di innovazione. Il pensiero indipendente stimola la creatività di un gruppo di lavoro. Preferisci seguire un copione o scrivere la tua sceneggiatura?

I ribelli godono di una pessima reputazione. Siamo spesso portati a considerarli dei piantagrane, bastian contrari e disadattati: quella particolare categoria di colleghi, amici e familiari che ama complicare le decisioni semplici, creare confusione e mostrarsi in disaccordo quando tutti gli altri sono d’accordo. A dirla tutta, però, sono proprio i ribelli a migliorare il mondo, grazie al loro sguardo anticonvenzionale sulle cose. Perché invece che cercare appigli sicuri, rifugiandosi nella routine e nella tradizione, sfidano apertamente lo status quo. Sono maestri dell’innovazione e dell’arte di reinventarsi, e per questo hanno molto da insegnarci.
Il saggio parte dalla constatazione che ogni giorno, ognuno di noi, prende in media 35.000 decisioni. Alcune di queste importanti, ponderate con giudizio e attenzione, altre talmente marginali da essere liquidate dal nostro cervello con soluzioni standardizzate. La routine e il conformismo all’ambiente che ci circonda sono meccanismi primordiali che ci permettono di funzionare come esseri umani ma, quando si impossessano anche della nostra parte critica e creativa, si trasformano nel nostro peggior nemico. Nostro, e delle aziende nelle quali lavoriamo. Dopo aver effettuato ricerche su più di 2000 lavoratori provenienti dalle organizzazioni di tutto il mondo, Francesca Gino ci spiega con esempi concreti e analisi scientifiche in che modo una giusta dose di ribellione dei dipendenti porta ad accrescerne la produttività, la creatività, l’innovazione e ad un maggiore impegno con l’azienda. Ha osservato e studiato i ribelli all’opera nelle aziende di tutto il mondo, dalle boutique di lusso del “quadrilatero” milanese ai ristoranti più famosi del globo, da una fiorente catena di fast food a una affermatissima casa di produzione di computer animation: qui traccia l’identikit di quei leader e collaboratori che incarnano il “talento ribelle”, e il cui esempio dovremmo tutti imparare a seguire. L’autrice scommette sul fatto che il futuro appartiene al ribelle, e che questo ribelle, potenzialmente, è nascosto in ognuno di noi. Viviamo periodo turbolenti, nei quali la competizione è feroce, i social media hanno il potere di intaccare la reputazione di una persona e il mondo sembra più frammentato che mai. In un ambiente così spietato, coltivare il talento ribelle è proprio ciò che ci consente di far progredire e prosperare le cose in cui crediamo. E la ribellione costituisce un valore aggiunto anche al di là del contesto di lavoro: è il trampolino verso una esistenza più vitale, impegnata e appagante.
Rompere le regole” apre la possibilità di avviare un’attività, di imbastire relazioni più dense di significato o di motivare gli altri all’azione.


 

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