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Da anni i Paesi industrializzati lottano per trasformare la pubblica amministrazione ma forse non si stanno ponendo le giuste domande. Il libro di Anthony M. Bertelli spiega come, prima di cambiare il settore pubblico, sia necessario capirlo davvero 

 

Nei Paesi industrializzati l’agenda di governo vede spesso ai primi posti una trasformazione della pubblica amministrazione nel segno di una migliore qualità nell’elaborazione delle policy, maggiore velocità ed efficienza attuativa. Partiti con le migliori intenzioni, tuttavia, molti dei cambiamenti si scontrano con le resistenze indotte da interessi e prassi consolidate. L’Italia insegna: buoni disegni di riforma sulla carta arrancano alla prova dei fatti, producendo impatti limitati e non in grado di superare gli steccati delle tradizionali burocrazie. La questione è stata affrontata da diverse discipline: presa singolarmente, tuttavia, nessuna è in grado di dare spiegazioni esaustive delle resistenze al cambiamento della PA. Né, men che meno, di disegnare una soluzione compiuta per una trasformazione del settore pubblico. Il libro “Democrazia amministrata” di Anthony M. Bertelli – professore di Public Policy e Political Science alla Pennsylvania State University – si approccia al tema con un altro obiettivo: non fornire soluzioni o ricette predefinite ma spingere il lettore a comprendere, davvero, la realtà della pubblica amministrazione. 
 

Il volume mette infatti a nudo un paradossale deficit di conoscenza, in particolare riconducibile ai policy maker e a tutti coloro che, in diversi Paesi e periodi, hanno assunto ruoli significativi del disegnare le riforme. Un divario che Bertelli cerca di colmare combinando tra loro un robusto apparato teorico, esemplificazioni pratiche e casi concreti. Esempi come quello – astratto – di un questore che esercita una legittima discrezionalità nel regolare una manifestazione o quello – estremamente concreto – del caso Sea-Watch 3 del giugno 2019 aprono la strada a una riflessione di ampia portata sul modo con cui si prendono le decisioni all’interno delle amministrazioni pubbliche, sui potenziali conflitti di valori, attribuzioni e competenze, sul ruolo della Pa nel preservare, e rimodellare, le democrazie
 

Il libro invita quindi i lettori a interrogarsi su come garantire che in una democrazia rappresentativa obiettivi e valori dei rappresentanti eletti dal popolo siano attuati e realizzati correttamente dai funzionari pubblici. 

Nessuna struttura è neutrale rispetto ai valori democratici”, spiega Bertelli. “Il problema fondamentale della pubblica amministrazione è quello con cui devono fare i conti i policy worker e, in particolare, i dirigenti: come usare il proprio potere discrezionale per realizzare gli obiettivi espressi dalla cittadinanza attraverso le istituzioni del governo rappresentativo, e come farlo attraverso un lavoro politico efficace grazie alle proprie capacità. Quanto i dirigenti riescano a comprendere questo problema dipende dai loro sistemi di convinzioni democratiche, che sono in buona parte plasmati dalle strutture di governance. Questo problema di fondo ha a che fare con la responsabilità manageriale, e la mia opinione è che esso trascenda i problemi di controllo e capacità tipici della visione tradizionale”. 
 

Il volume di Bertelli costringe il lettore ad allargare gli orizzonti, sottolineando l’importanza di un approccio interdisciplinare allo studio delle amministrazioni pubbliche, capace di comprenderne appieno l’evoluzione del ruolo, i processi decisionali e le dinamiche di trasformazione. Oltre ai riferimenti specifici che denotano una conoscenza approfondita del contesto locale, l’edizione italiana del volume si colloca in una fase di particolare rilevanza per il nostro Paese, impegnato nella sfida epocale dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa resilienza (PNRR), cruciale anche per l’affermazione di un nuovo modello di amministrazione pubblica. 


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