Un viaggio appassionante tra canzoni, trasformazioni e segreti di una delle icone pop più influenti del nostro tempo. In “There’s nothing like this”, Kevin Evers racconta Taylor Swift come non l’avete mai letta: artista, autrice, imprenditrice e simbolo di una generazione.
Cantautrice. Pioniera. Mente geniale. Imprenditrice e stratega. Modello di empowerment femminile e di indipendenza artistica. L’equivalente dei Beatles per la sua generazione. Cosa rende Taylor Swift un fenomeno unico nella storia della musica contemporanea? In un’epoca in cui il successo sembra effimero e la popolarità si misura in click e visualizzazioni, Swift ha saputo costruire una carriera che attraversa generi, linguaggi e generazioni, reinventandosi a ogni album pur restando intimamente fedele a sé stessa, e mantenendo un legame autentico con milioni di fan in tutto il mondo.
“There’s Nothing Like This” (Egea, 2025) è il racconto di questa avventura straordinaria. Scritto da Kevin Evers – giornalista di Harvard Business Review – con lo sguardo di chi conosce la musica, la cultura pop e soprattutto è abituato a indagare i meccanismi invisibili con cui si raggiunge (e si mantiene) il successo, il libro tratteggia la figura di una diva “antifragile” capace di trasformare ogni crisi in un’opportunità di rinascita creativa. Non solo una biografia musicale, insomma, ma un’analisi del fenomeno Swift dal punto di vista della strategia (creativa e imprenditoriale), della comunicazione, del marketing, della relazione con i fan e della gestione dell’immagine pubblica.
Il libro si apre con la storia di una ragazza della Pennsylvania che, armata di chitarra e determinazione, conquista Nashville, il Tennesse e il cuore “country” dell’America grazie a un’onesta scrittura autobiografica che la rende la voce delle adolescenti americane senza essere banale. Ma il viaggio di Taylor è solo all’inizio: canzone dopo canzone, la sua voce diventa il megafono di una generazione che si riconosce nei suoi racconti di amore, crescita, amicizia e resilienza, fino all’ascesa come regina del pop globale, capace di conquistare Grammy, record di vendite e palchi sold out in ogni continente (Italia compresa).
Evers ricostruisce le tappe fondamentali della carriera di Swift, analizzando come ogni album sia stato una svolta, un nuovo capitolo che ha ridefinito il suo rapporto con il pubblico e con l’industria musicale. Dai testi di “Fearless” e “Speak Now”, che raccontano la vulnerabilità e la forza di una giovane donna, fino alla svolta elettronica di “1989” e alla narrazione più introspettiva e matura di “Folklore” ed “Evermore”, Swift ha saputo parlare a generazioni diverse, adattando il suo linguaggio e la sua immagine senza mai perdere autenticità.
“Abbiamo esaminato in dettaglio diverse delle sfide da lei affrontate, ma vale la pena ricordarne alcune”, scrive Evers. “Dopo che Kanye West le strappa il microfono ai VMA per sostenere il video di Single Ladies di Beyoncé e dopo una performance deludente ai Grammy Swift esce con Speak Now, l’album più maturo e ben congegnato della sua carriera fino a quel momento. Quando durante l’era Reputation la sua immagine di brava ragazza viene messa in discussione e la sua carriera sembra essere a rischio, riesce a trasformare una crisi di reputazione in una fonte di ispirazione creativa. E dopo l’era Lover, quando le sue strategie e il suo stile compositivo sembrano superati, vira su un sound di ispirazione indie rock e sviluppa nuove tattiche promozionali pensate appositamente per l’era dello streaming”.
“La sua evoluzione da cantante country adolescente a icona pop globale non è stata lineare”, continua Evers. “Si è destreggiata tra diversi stili musicali (country, country-pop, pop, elettropop e indie rock) mentre imparava a gestire un nuovo tipo di celebrità alimentata dai social e contemporaneamente affrontava due cambiamenti storici dirompenti nell’industria musicale: l’ascesa della musica digitale e, subito dopo, l’era dello streaming. Ogni decisione importante che ha preso è stata un rischio calcolato, e fallire avrebbe potuto significare perdere il suo pubblico o venire eclissata da nuove artiste emergenti. Taylor Swift ha gestito queste transizioni con grande maestria, trasformando le potenziali insidie in pietre miliari della sua carriera. A ogni svolta ha lasciato che il vento soffiasse, e quasi sempre la sua fiamma è diventata ancora più forte, più luminosa, più grande”.
Il libro dedica ampio spazio anche al rapporto tra Taylor Swift e i suoi fan, la cosiddetta “Swiftie Nation”. Evers racconta come Swift abbia saputo costruire una community globale, fatta di ascolto, interazione e condivisione. Dalle sessioni segrete di ascolto dei dischi ai messaggi nascosti nei booklet degli album, dalle sorprese ai concerti alle battaglie per la proprietà dei master, ogni scelta di Taylor è stata un modo per rafforzare il legame con chi la segue. In quest’ottica, il testo esplora le strategie digitali e di marketing che hanno reso Swift una pioniera nell’uso dei social media e delle piattaforme digitali, anticipando molte delle tendenze che oggi sono la norma nell’industria musicale.
“There’s Nothing Like This” è anche una riflessione sul ruolo di Taylor Swift come imprenditrice, attivista e modello di empowerment. Evers analizza le sue battaglie per i diritti degli artisti, la sua capacità di gestire la propria immagine pubblica in modo indipendente e la sua influenza su temi come la parità di genere, la libertà creativa e la coerenza personale, affermandosi come un esempio di resilienza e di leadership per una generazione in cerca punti di riferimento autentici. Forse, se dietro al successo di Swift si nasconde un segreto essenziale, possiamo trovarlo proprio qui: nella capacità di espandere i confini della propria identità, ma senza tradirne il nucleo più intimo e profondo.
“L’antifragilità di Swift è ciò che la rende una delle figure più dinamiche e resilienti dell’industria musicale”, conclude Evers. “Ed è grazie a questa dote che è riuscita ad accrescere più e più volte la sua popolarità in un mercato non meno volatile di quello del fast fashion”.