Egea
Quando l'oceano si arrabbia

Un intellettuale elitario e competente, un consulente politico scomodo, che oggi direbbe: “Per promuovere misure economiche eccezionali, ci vuole intelligenza e preparazione”. Il tramonto definitivo dell’idea “Uno vale uno”
 
John Maynard Keynes è considerato una delle figure fondamentali della scienza economica: “padre della macroeconomia”, ha rivestito ruoli chiave durante la I e la II Guerra Mondiale e il suo pensiero ha influenzato l’elaborazione economica e politica del Novecento tanto che i suoi contributi hanno dato origine alla cosiddetta “rivoluzione keynesiana”. La sua opera più importante è “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” (1936), ma in questo periodo storico - spesso presentato come “momento keynesiano” per la necessità di misure eccezionali e l’urgenza di politiche economiche efficaci davanti a un’emergenza dell’economia reale più che finanziaria - è l’opera “Come pagare il costo della guerra” (1949) ad essere più volte citata.
Con una narrazione nel solco delle biografie, Canova sceglie di raccontare la vita, le cariche ricoperte, le relazioni con il potere, la lunga carriera dello studioso britannico, oltre alle sue teorie economiche, presentate in modo non tecnico e offrendo spunti e collegamenti con la realtà attuale. Una lettura che permette di scoprire molti aspetti poco noti della vita di Keynes: dalla sua predisposizione per i numeri fin da bambino (si laureò in matematica) alle sue intuizioni antesignane circa l’irrazionalità dei modelli economici, dal suo incontro con Max Planck all’audacia con cui paragonò se stesso a Newton per avere ridefinito il sistema di forze che regolano i mercati.  John Maynard Keynes aveva una spigolosità arrogante che però sapeva conciliare in modo sorprendente con il fascino che, innegabilmente, esercitava su tutti. Non smise mai nella vita di fare l’influencer e il guru, diremmo oggi, ma solo nella misura in cui quanto diceva e scriveva traeva origine e forza da competenze specchiate, dallo studio rigoroso e da una cultura economica senza paragoni. Insomma - ci dice Canova - Keynes meritava davvero la dicitura di economista perché “fare l’economista” non significa esercitare un potere intellettuale solo in funzione dello sponsor governativo di turno e senza un confronto ad armi pari con interlocutori preparati.
Quanta differenza separa il nostro economista dai mille consulenti ed «economisti» che affollano la vita politica italiana invocando il ruolo di miglioratori del mondo? Molte di queste figure affacciate sulla nostra vita pubblica splendono di luce riflessa, non hanno alle spalle riconoscibili trascorsi accademici, né una produzione scientifica degna di questo nome. Per questo motivo raccontare la storia di John Maynard Keynes significa anche esplicitare un impietoso confronto tra ieri e oggi: da un lato un intellettuale coraggioso, studioso instancabile che dopo un percorso universitario impeccabile passa una vita intera a scrivere, studiare, sfidare chi la pensa in modo opposto con armi spesso affilate ma guadagnandosi sempre il rispetto e la stima dell’avversario, e accompagnando alle opinioni un’attività di ricerca densissima. Dall’altro una selva di imbonitori che sfruttano la liquidità del mezzo per diluire proposte quasi mai supportate da evidenza.
Con continui rimandi alla storia odierna, Canova traccia un gustoso ritratto a tutto tondo di un intellettuale che interpreta con grande responsabilità il proprio ruolo anche politico, a servizio della Nazione e dei cittadini.

 

A TU PER TU CON L'AUTORE

Presentazione con Luciano Canova, Carlo Cottarelli, Fausto Panunzi, Stefano Vergine


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