Egea

Risultato di un decennio di ricerche e di esperienze a fianco delle imprese, il libro di Daniel Trabucchi e Tommaso Buganza spiega come mettere i meccanismi basati sulle piattaforme al centro delle trasformazioni digitali delle aziende, anche tradizionali



Parlando di piattaforme, probabilmente penserete a Uber, Spotify, Airbnb, Booking, a startup ipertecnologiche o a leggendari unicorni. Imprese attive nei servizi digitali, comunque, che grazie alla rete hanno saputo costruire modelli di business non solo vincenti, ma spesso in grado di trasformare i propri settori da cima a fondo e rivoluzionare le vite di milioni di utenti. Tutto giusto, ma non finisce qui: perché i modelli di business delle piattaforme potrebbero rappresentare una fonte di creazione di valore anche per le imprese tradizionali. A patto di cambiare la propria mentalità. Più facile a dirsi che a farsi, ma è qui che entra in gioco il “Platform Thinking” a cui Daniel Trabucchi e Tommaso Buganza dedicano il loro ultimo libro, edito da Egea.


Rispettivamente senior assistant professor e professore ordinario di Leadership e Innovazione presso la School of Management del Politecnico di Milano, Trabucchi e Buganza sono cofondatori e direttori scientifici del Platform Thinking HUB dello stesso ateneo. Nel saggio, spiegano ai lettori come mettere i meccanismi basati sulle piattaforme al centro delle trasformazioni digitali delle imprese.


Grazie a un’approfondita conoscenza del settore e della sua evoluzione, gli autori condividono le storie più – e soprattutto meno – note delle piattaforme che hanno segnato un’epoca, in un viaggio che ci permette di smascherare alcuni dei falsi miti più popolari. Uno su tutti: la convinzione che piattaforma sia uguale a startup. Un’idea che spesso rappresenta il primo ostacolo verso una presa di coscienza da parte dei manager (perfino di quelli deputati a guidare i processi di innovazione all’interno delle aziende), che faticano a concepire l’importanza del reale impatto dei modelli di business delle piattaforme in organizzazioni di ogni tipo e dimensione.


Eppure, spiegano gli autori, “il mondo in cui viviamo richiede spesso soluzioni articolate e di lungo respiro a problemi complessi. La produzione di energia, la mobilità, i sistemi sanitari e listruzione sono solo alcuni esempi di settori che necessiteranno di una profonda ridefinizione nei prossimi anni. Questi cambiamenti potranno nascere da una startup? Forse, ma la nostra convinzione in merito vacilla”.


A questo punto la domanda sorge spontanea: se il modello a piattaforma non richiede per forza di essere una startup per essere implementato, allora perché le aziende consolidate e mature sono ancora cosi ancorate a un modello di catena del valore tradizionalmente lineare? Perché non sfruttano la stessa opportunità? Queste godono di stabilità, hanno un patrimonio costruito negli anni e una minore pressione sugli obiettivi a breve termine. Non è raro che possiedano l’innovazione nel loro DNA, perché hanno raggiunto la loro posizione grazie alla capacità di offrire qualcosa di nuovo quando sono entrate nel mercato. Tuttavia, spesso rimangono bloccate nel loro vecchio solco di successo e in un’inerzia che permette ad altre imprese di entrare e volare più in alto.


Secondo gli autori, “tra le tante variabili, quella che sicuramente manca a molte organizzazioni consolidate è la mentalità giusta. Spostarla verso il mondo delle piattaforme potrebbe aprire loro autostrade di innovazione che le startup non possono percorrere e avere un impatto importante sulle grandi sfide che caratterizzano il mondo in cui viviamo”.


L’idea del “Platform Thinking” nasce proprio da qui. Risultato di un decennio di ricerche e di esperienze a fianco delle imprese, il libro di Trabucchi e Buganza offre un solido quadro di riferimento e strumenti pratici per promuovere la trasformazione digitale in qualsiasi organizzazione, rivolgendosi in particolare a coloro che sono interessati allo scintillante mondo delle piattaforme e stanno ancora cercando di capirlo. Raccontando le storie di piattaforme più o meno note e andando a fondo nella comprensione dei loro modelli di business, gli autori cercano di allenare gli occhi dei lettori a guardare oltre ciò che è visibile, scorgendo le vere traiettorie percorse dall’innovazione.


Pensare alle piattaforme come strumento per l’innovazione”, commentano Trabucchi e Buganza, “rappresenta un’opportunità incredibile. Ma il primo passo è smettere di considerarle come un modello di business rapido e facile da scalare per le startup digitali. Le piattaforme non sono solo un cambiamento tecnologico. Sono un nuovo modo di concepire l’ecosistema aziendale e il ‘Platform Thinking’ è una nuova mentalita. Ci auguriamo che questo libro vi possa insegnare a entrare nel mondo delle piattaforme e a cambiare il vostro modo di pensare per scrivere il futuro”.


Il primo passo, insomma, per disegnare da zero nuovi modelli imprenditoriali e di crescita.



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