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In un nuovo libro, i sociologi Francesco Morace e Linda Gobbi condividono i dati di una ricerca inedita che suddivide la Generazione Z in quattro nuclei diversi – ExpoTeens, ExperTeens, CreActives e ProActives – analizzandone attitudini, valori e comportamenti. 


Si scrive “Gen Z”, si legge… ExpoTeens, ExperTeens, CreActives e ProActives. Già, perché la generazione sulla bocca di tutti – che incuriosisce i media, ossessiona il marketing e disorienta i boomer – non è poi così “monolitica” come in molti vorrebbero credere (e farci credere). Al contrario, osservandola meglio è possibile individuare ben quattro nuclei diversi di individui che, sebbene uniti da alcuni profondi segni distintivi, si differenziano tra loro per caratteristiche assai peculiari. Ad alzare il velo su quella che rischiava di diventare una (coloratissima) allucinazione collettiva, ci pensano Francesco Morace e Linda Gobbi, sociologi e autori del libro “Ma quale Gen Z?”, con cui ci accompagnano finalmente alla scoperta di “attitudini, valori e comportamenti di una generazione che sfida i luoghi comuni”. 

La definizione maggiormente condivisa dal marketing e da gran parte dei media racchiude sotto la denominazione Gen Z tutti i nati tra il 1996 e il 2012: un’estensione che già a colpo d’occhio appare oramai troppo ampia per descrivere come un unicum generazionale il cluster che va dai 12 ai 29 anni
Sulla base di una ricerca originale e fin qui inedita (realizzata sul campo da Future Concept Lab in collaborazione con Sylla e Webboh-LAB tra giugno e ottobre 2024, ha coinvolto un solido campione di 4.000 soggetti – circa 1.000 per ognuna delle quattro fasce di età in cui la Gen Z è stata suddivisa –, rappresentativi per genere, area geografica e dimensione del centro di residenza), Morace e Gobbi propongono così una documentatissima e dettagliata descrizione degli adolescenti italiani che poi diventano giovani adulti. 
L’obiettivo? Rendere il rebus “Gen Z” più comprensibile da un lato per un mondo adulto – fatto di genitori e insegnanti – sempre più impreparato nell’affrontare una generazione così variegata, stimolante ma anche problematica e per alcuni aspetti misteriosa; dall’altro, per un mercato segmentato nel quale il mondo delle imprese deve imparare ad adattare la propria offerta alle specificità di ciascun gruppo.

Emerge uno scenario complesso, frastagliato, sovente interpretato alla luce di luoghi comuni che sondaggi d’opinione poco approfonditi non aiutano a dipanare. Al ritratto di una generazione monolitica si sostituiscono così ben quattro «nuclei Z»: gli ExpoTeens (13-15 anni), gli ExperTeens (16-19 anni), i CreActives (20-24 anni) e i ProActives (25-29 anni). 

Il libro è costruito su questi quattro profili, tra i quali emergono differenze importanti sia nei valori sia nei comportamenti, tra le ansie crescenti dei più giovani e il pragmatismo digitale dei più adulti che affrontano il mercato del lavoro. Scopriamole insieme: 

ExpoTeens (13-15 anni):
Sono i più giovani della Gen Z, immersi in un mondo di stimoli digitali e social media. Vivono in una costante ricerca di riconoscimento, con un forte desiderio di esporsi e farsi notare. Per loro, i social sono una vetrina in cui mostrarsi, postare foto e condividere momenti della propria vita. Sono caratterizzati da un'ansia crescente, alimentata dalla pressione di apparire perfetti e dall'ossessione dell'immagine. Molto sensibili al giudizio degli altri, oscillano tra l'eccitazione di essere visti e la paura di non essere all'altezza. La loro vita è un mix di parossismo emotivo, curiosità e una costante ricerca di conferme dai coetanei.

ExperTeens (16-19 anni):
Questo gruppo inizia a distaccarsi dall'immediatezza degli ExpoTeens, sviluppando una maggiore consapevolezza di sé. Cominciano a definire i loro percorsi, sia di studio che personali, con comportamenti più pragmatici. Sono in una fase di "allenamento" delle proprie competenze, cercando di migliorarsi e di capire quali siano i loro talenti. L'attenzione alla cultura e alla preparazione diventa centrale. Meno ossessionati dall'immagine rispetto ai più giovani, iniziano a costruire un'identità più solida, fatta di interessi, passioni e primi obiettivi professionali. Mantengono ancora una certa dipendenza dalla famiglia, ma mostrano i primi segni di autonomia.

CreActives (20-24 anni):
Sono il nucleo creativo e sperimentale della Gen Z. Fortemente orientati alla sostenibilità e all'attivismo ambientale, vedono il mondo come un territorio da esplorare e trasformare. Amano viaggiare, scoprire nuove culture e sperimentare stili di vita alternativi. La loro creatività si manifesta nella capacità di reinventarsi continuamente, di trovare opportunità lavorative non convenzionali e di essere sempre aperti al cambiamento. Sono cosmopoliti, interessati a progetti che possano avere un impatto positivo sul mondo. La loro vita è un continuo equilibrio tra passione, rischio e innovazione, con una forte spinta verso esperienze che li arricchiscano personalmente e professionalmente.

ProActives (25-29 anni):
Sono il gruppo più vicino al mondo adulto, caratterizzato da una forte proattività e dal desiderio di ottimizzazione. Hanno iniziato a definire percorsi professionali più stabili e a costruire progetti di vita più strutturati. Utilizzano la tecnologia in modo funzionale, cercando di massimizzare efficienza e risorse. Sono molto attenti all'equilibrio tra lavoro e vita personale, e cominciano a valutare prospettive come la famiglia o una relazione stabile. Pragmatici e determinati, vedono il futuro come qualcosa da progettare e costruire attivamente, con una visione che va oltre l'immediato e guarda a obiettivi di medio-lungo periodo.

Tutti questi gruppi sono accomunati da una grande passione per il viaggio, inteso non solo come spostamento geografico, ma come metafora di crescita personale e apertura mentale.

La Gen Z non è un gruppo omogeneo, ma un universo complesso e sfaccettato”, spiegano Morace e Gobbi. “Abbiamo voluto scardinare gli stereotipi che vogliono questi giovani come una massa indistinta, dimostrando invece come ciascun nucleo - dagli ExpoTeens ai ProActives - abbia una propria identità unica, valori distintivi e modalità di relazione con il mondo. Il nostro viaggio attraverso questa generazione rivela una straordinaria capacità di adattamento, creatività e resilienza. Questi giovani non sono solo consumatori passivi, ma attivatori di cambiamento sociale, pronti a reinventarsi continuamente e a sfidare le logiche tradizionali. Il loro sguardo è rivolto al futuro, con una passione per l'esplorazione che li rende i nuovi Marco Polo del nostro tempo: capaci di attraversare confini geografici e mentali, sempre alla ricerca di connessioni autentiche e di opportunità di crescita.”

 


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