Egea

Tra le grandi saghe nordiche e i dati più recenti della letteratura scientifica, il geofisico Gianluca Lentini ci invita a intraprendere un viaggio di esplorazione nel cambiamento climatico tra fisica e chimica, storia e letteratura, smontando alcuni dei falsi miti più popolari 

 

Il clima è sempre cambiato” si sente talvolta affermare in modo sbrigativo e sprezzante, nel tentativo di sminuire la portata del riscaldamento globale degli ultimi secoli, spesso facendo riferimento a non meglio precisati cicli e a non ben compresi fenomeni geofisici o astronomici. Eppure la scienza non ha mai avuto le idee così chiare: a essere “inequivocabile” non è solo il cambiamento climatico, ma anche l’influenza umana su di esso. Ora più che mai, quindi, diventa fondamentale condividere le informazioni essenziali per comprendere davvero il fenomeno, al di là di fake news e luoghi comuni. Geofisico specializzato in climatologia del Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano e divulgatore scientifico, Gianluca Lentini offre il suo contributo al “dibattito” pubblico con un agile saggio edito da Egea, dal titolo evocativo: “La Groenlandia non era tutta verde”. 
 

Che cos’è il cambiamento climatico? Come si misura? Come facciamo a sapere che cosa sta davvero accadendo e che cosa potrebbe avvenire in futuro? Quanto siamo sicuri che il cambiamento climatico attuale sia di origine umana? E, soprattutto, che cosa si può fare ora e quali decisioni possiamo prendere?  
 

Lentini ci invita a intraprendere un vero e proprio viaggio di esplorazione nel cambiamento climatico: un passo alla volta, ci accompagna con le definizioni e i dati necessari, spiegando in maniera comprensibile a tutti le leggi e le equazioni della matematica, della fisica e della chimica alla base del fenomeno, ma anche appassionandoci pagina dopo pagina con una vivace narrazione che si snoda tra economia, filosofia, storia e letteratura. E proprio partendo da leggende e saghe nordiche scopriremo perché uno dei cavalli di battaglia del negazionismo climatico – la Groenlandia idealizzata come antica terra verde – nasca in realtà da uno dei primi casi di greenwashing della storia… perché, sì, anche a quei tempi – nel Medioevo – la grande isola di verde aveva ben poco. 
 

A rendere il libro una lettura fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi al fenomeno del cambiamento climatico ai giorni nostri, è la presentazione (e l’interpretazione) dei dati più recenti prodotti dall’assemblea internazionale più estesa e autorevole della climatologia mondiale: quelli del VI Assessment Report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Si tratta di un insieme enciclopedico di documenti pubblicati tra il 2021 e il marzo 2023, che consentono di fare chiarezza tutto ciò che sappiamo del riscaldamento globale e dei fenomeni a esso connessi a cui stiamo assistendo a tutte le latitudini. 
 

È qui – nel Sunto per decisori politici (Summary for Policymakers) – che si legge un’affermazione eloquente: “È inequivocabile che l’influenza umana abbia riscaldato l’atmosfera, gli oceani e la terraferma. Si sono verificati cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, negli oceani, nella criosfera e nella biosfera”. Un riscaldamento – spiega il report – compreso tra +0,8 °C e +1,3 °C rispetto all’epoca preindustriale, indicato – come migliore stima – nel valore di +1,07 °C
 

E il futuro? Secondo i dati riportati da Lentini, il riscaldamento globale continuerà almeno fino al 2050, anche se riduciamo drasticamente le emissioni di gas serra. A seconda delle nostre azioni odierne e future si possono prevedere tre scenari (+1,5 °C, +2 °C, +4,5 °C) ma in ognuno di questi si osserverà un incremento degli eventi estremi caldi, un incremento degli eventi siccitosi prolungati, un’intensificazione del ciclo idrologico e un aumento della sua variabilità, un forte decremento nella copertura glaciale con particolare riferimento alla stessa Groenlandia, ai “piccoli” ghiacciai continentali e ai ghiacci marini, un incremento del livello dei mari. Fenomeni tanto più marcati quanto sarà più alto il livello di temperature raggiunto. 
 

È naturale”, spiega Lentini, che possa spaventare leggere questi numeri ed è anche naturale volersi ritrarre sia di fronte all’entità di questi valori, sia di fronte alla pedanteria del presentare i diversi livelli di confidenza, o i gradi di certezza, con i quali i climatologi fanno determinate affermazioni e descrivono determinate relazioni di causa-effetto tra influenza umana e cambiamento climatico. Ma l’unico modo serio e completo per affrontare la questione del riscaldamento globale è partire dal consenso scientifico sul tema, passare alla lettura dei dati corredati dalla loro incertezza e dal loro grado di confidenza, e comprendere il grado di probabilità che caratterizza le relazioni tra la causa, l’influenza umana, e l’effetto geofisico sull’incremento delle temperature, la ridistribuzione delle precipitazioni, i cambiamenti nella criosfera e nell’idrosfera”. 
 

“Agire ora,” conclude l’autore “come indicato dall’IPCC e dalle Conferenze delle Parti nel difficile consenso pazientemente costruito nel più complesso e articolato sistema decisionale della storia, attuando tutte le necessarie e urgenti strategie di mitigazione e di adattamento, è indispensabile, ma è allo stesso tempo fattibile”. 


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