Partendo dagli spunti contenuti nel libro "Terre rare" di Sophia Kalantzakos, il Fatto Quotidiano riflette sul ruolo centrale che i diciassette elementi chimici giocano nelle sfide dell’economia del futuro - dalla rivoluzione verde all’intelligenza artificiale - spiegando come e perché la Cina sia riuscita a conquistare una posizione predominante sul mercato. Un estratto dell’approfondimento di Virginia Della Sala
(Il Fatto Quotidiano) - Digitalizzare e decarbonizzare: due obiettivi che in comune hanno la necessità delle cosiddette “terre rare”. Parliamo di elementi che, pur essendo molto comuni, presentano due grossi problemi: 1) la loro concentrazione in natura è variabile e mista ad altre sostanze e così il processo di separazione per produrle risulta costoso, soprattutto dal punto di vista ambientale (molte estrazioni richiedono, ad esempio, lo smaltimento di scorie radioattive); 2) produzione, lavorazione e mercato sono appannaggio quasi esclusivo della Cina. L’occidente, di fatto, ha mollato da anni la palla e rischia di pagarne presto le conseguenze.
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