Non esiste modo migliore di quello scelto da Marina Puricelli
per far sapere chi siano veramente oggi gli artigiani italiani.
Non bastano i grandi numeri, non basta dire che sono oltre
un milione. Al di là delle cifre ci sono una cultura, una forza
d’animo, un’etica che questo libro, frutto di un lavoro minuzioso
e intelligente, riesce a descrivere con effi cacia. Per conoscere
dal vivo questi valori era necessario conoscere le persone
che li esprimono.
È quello che l’autrice ha fatto, in un lungo viaggio attraverso
tutta l’Italia: trentun tappe, trentun storie e trentun protagonisti,
che spaziano un po’ in tutti i settori. Scelti con cura, rappresentano
perfettamente un mondo dalle mille sfaccettature.
Ancora una volta la realtà, osservata da vicino, sconfessa
una mistica composita che spesso miscela importanti verità
con abusati luoghi comuni. Si scopre così che le startup
di successo non sono solo quelle che nascono dalla frontiera
tecnologica e che le altre imprese, quelle dei cosiddetti settori
tradizionali, non nascono già spacciate. Che non è necessario
avere uno o più master per diventare giovani imprenditori.
Che non è indispensabile, per acquisire lo standing di impresa,
avere una dimensione internazionale abbandonando il proprio
territorio. Così come non occorre che un’azienda raggiunga
in tempi rapidi grandi dimensioni per trovare spazio sul mercato.
In queste pagine sono gli stessi protagonisti a raccontarsi.
Colpisce subito il loro linguaggio: schietto, immediato, senza
inutili giri di parole e senza reticenze, anche quando si tratti
di descrivere le diffi coltà attraversate. In nessuna delle tante
storie raccontate si trova uno o una di loro che dice «io sono»:
sempre e puntualmente, si esprimono dicendo «ho fatto»,
«sto facendo», «faccio». A conferma che la cosiddetta «cultura
del fare» non è un valore astratto ma qualcosa di profondamente
radicato in questi imprenditori di successo.