«Salire sulle spalle di giganti» avrebbe potuto essere il titolo
di questo libro. Perché non è facile per le generazioni successive
prendere in mano le redini dell’azienda e proseguire nel solco
della tradizione imprenditoriale di famiglia.
Eppure le lettere di questo libro testimoniano che quello
che fa grande il capitalismo familiare italiano è la capacità
di continuare a generare e tramandare lo spirito imprenditoriale.
Questo non vuol dire che non si compiano errori, che non ci siano
attriti in famiglia, che a volte non sia necessario cercare appoggi
all’esterno. Anzi. Ma spesso questo nostro capitalismo familiare
ha la grande capacità di reagire, di fare di più e meglio.
Non ci sono regole e precetti che possano essere applicati
in maniera indistinta a tutte le imprese familiari, ma queste
lettere contengono spunti interessanti su come realizzare in modo
effi cace la transizione nella gestione dell’azienda o del patrimonio
familiare, su strategie e azioni per garantire il futuro dell’impresa.
Sui valori che devono essere alla base di ogni attività.
Certo, gli esempi riportati nel libro riguardano un’anomalia,
un gruppo fortunato ma decisamente minoritario di aziende
ben gestite, sopravvissute a periodi di crisi, che oggi crescono,
investono e guardano al futuro senza ansia. Ma, in un paese
in declino strutturale come l’Italia, abbiamo da imparare da queste
imprese se vogliamo che «l’anomalia» si allarghi.