Egea

Una nuova guida per avvicinarsi a una disciplina che non si rivolge a iniziati o mistici, ma che grazie a solide basi scientifiche può offrire a chiunque un aiuto prezioso per superare i mali della contemporaneità – dallo stress alla depressione – e ritrovare sé stesso. Raggiungendo la propria realizzazione personale.
 

Il miglior mentore di un manager del terzo millennio? Un samurai del XVI secolo. Il superpotere che salverà il mondo? La consapevolezza. Il più grande inganno dei nostri tempi? Il multitasking. La virtù da riscoprire? L’ozio. Se queste sono le premesse – solo in parte provocatorie – è probabile che “Mindfulness” risulterà sorprendente per molti e perfino fastidioso per qualcuno.

D’altronde dopo più di un anno di pandemia e di “normalità” sacrificata, sostenere con Pascal che “tutta l’infelicità dell’uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo” può sembrare quantomeno azzardato. Eppure, secondo l’autore – manager con alle spalle una carriera pluridecennale in grandi multinazionali – è proprio da una ritrovata “presenza a noi stessi” che bisogna ripartire per curare le più diffuse patologie della contemporaneità che portano il nome di depressione, ansia, stress, alienazione. Alimentate da una società in cui il “fare” (troppo) si sta imponendo come il principale antagonista dell’essere.

Con mindfulness si intende un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione, volta a portare l'attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente. Nonostante affondi le radici negli insegnamenti buddisti, non si tratta di una dottrina per mistici o iniziati ma di una disciplina i cui effetti positivi sono stati evidenziati da studi scientifici.
I neuroscienziati la chiamano “neuroplasticità” ed è la capacità del cervello di evolvere in risposta alle esperienze attraverso il rafforzamento di connessioni neurali esistenti o la creazione di nuove, adeguandosi alle attività che svolge con regolarità.  Grazie a un esercizio costante la neuroplasticità può essere guidata e la mindfulness agisce in quest’ottica: non solo potenziando le parti del cervello deputate a comprendere le situazioni e prendere decisioni, apprendere e memorizzare informazioni, regolare le emozioni e provare empatia; ma anche agendo sul riequilibro tra le diverse aree e migliorando l’interconnettività tra esse.

Questi benefici si riflettono nella vita quotidiana sotto molteplici punti di vista: da una più armoniosa integrazione mente-corpo a una comprensione più profonda delle proprie emozioni, passando per la capacità di individuare (e modificare) le abitudini di pensiero, e quindi di comportamento, di cui spesso ci si sente ostaggi, migliorando la propria consapevolezza e di conseguenza anche la capacità di prendere decisioni.

Partendo da un lato dal proprio percorso lavorativo e dall’altro dall’esperienza come insegnante di mindfulness, Caserini spiega come gli effetti della pratica possano riflettersi anche in ambito professionale, aiutando individui, gruppi e leader a valorizzare al meglio quelle soft skill tanto preziose. Gestione delle priorità, collaborazione, empatia, gentilezza: i programmi di mindfulness forniscono alle persone anche uno strumento che permette di migliorare la propria performance in termini di capacità di focalizzazione, concentrazione, produttività, conoscenza e sviluppo della propria intelligenza emotiva. Offrendo, insomma, un aiuto in più nel percorso verso una realizzazione personale che non può prescindere da una più profonda consapevolezza di se stessi.

Più il nostro mondo diventa veloce, più dobbiamo essere in grado di calmare la nostra mente e rimanere centrati”, commenta Caserini. “La capacità di restare focalizzati e attenti sulle cose importanti ci può dare chiarezza mentale, efficienza e, insieme a ciò, ridurre il nostro livello di stress percepito. Dal momento che in pochi hanno realmente tale capacità, tale superpotere, averlo solo anche in minima parte ci può dare quanto meno un vantaggio competitivo. La pratica della mindfulness, spesso erroneamente associata all’idea di qualcosa di mistico, confuso e intellettuale, è invece una splendida via che possiamo regalarci per riuscire a fare tutte le cose che ci attendono”.

 

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