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La non-pace globale

10/02/2023

Secondo il politologo Mark Leonard, le connessioni che hanno unito il nostro mondo sono le stesse che lo stanno disgregando.

 

Commercio, migrazioni, diritto internazionale, tecnologia digitale: le fondamenta della globalizzazione sono state trasformate in un’arma. Convivere con la connettività estrema è più difficile di quanto avessimo sperato. E la guerra in Ucraina lo testimonia. Come raddrizzare la rotta?



(La Lettura del Corriere della Sera) - “Le forze che stavano avvicinando il mondo, che dovevano mettere fine alla storia e creare una comunità globale, hanno un gemello malvagio che ci allontana gli uni dagli altri e crea tensioni e vulnerabilità. Questa è la vicenda degli ultimi anni: tanti trend, che vedevamo come interamente positivi, hanno finito per avere l’effetto opposto.
Se pensiamo alle spinte che dovevano mettere fine alla storia, al termine della guerra fredda, il primo era il commercio: e questo ora è diventato un terreno di battaglia con sanzioni e controlli tecnologici. Se pensiamo alle migrazioni, che dovevano creare un villaggio globale, hanno portato invece a tensioni per il modo in cui cambia la demografia dei Paesi di arrivo; ma è anche stata trasformata in un’arma politica, come ha fatto Vladimir Putin. La tecnologia e internet dovevano creare un mondo unito ma alla fine abbiamo visto polarizzazione e frammentazione. Le fondamenta della globalizzazione sono state trasformate in arma”.

Pagina 3, programma di approfondimento di Rai Radio Tre, si sofferma sull’ampia intervista realizzata da Luigi Ippolito a Mark Leonard, direttore dello European Council on Foreign Relations e autore del libro “L’era della non-pace - Perché la connettività porta al conflitto”, pubblicata sulla Lettura del Corriere della Sera.

 

Qui il podcast della puntata su Rai Radio Tre >>

 

Foto iStock.com / jaraku