«Meno finanza e più società»: così suona oggi l’appello condiviso da più
parti quando si tocchi il tema della crescita.
Alla ricerca di una via nuova per generare quel valore che l’accumulazionecapitalistica non è più in grado di garantire, in un contesto di complessitàe connessione crescenti, dominato dai fattori intangibili dellaconoscenza e della capacità di innovazione, e dalla richiesta di un’efficienzasempre più spinta, il modello alternativo deve ripartire dall’internodelle imprese e dalle capacità delle persone.
La domanda posta dal titolo di questo libro implica allora nella realtà
molto più di un semplice shift pratico, facilitato dalla tecnologia «social»
del momento. Arriva a racchiudere un profondo riesame del proprio
«essere impresa» prima ancora di incontrare il mercato e focalizza un
punto cruciale della sfida che le organizzazioni si trovano ad affrontare:
chiudersi o aprirsi? Resistere sul fronte dell’«abbiamo sempre fatto così» o mettersi in gioco e misurarsi con la riscoperta di un «sé» collaborativo
e comunitario all’interno di un processo di massa?
Ridefinire il concetto di giornata, così come di luogo di lavoro; immaginare
strutture organizzative adhocratiche anziché gerarchiche; sconvolgere
abusi semantici tipici del secolo scorso come team o riunione; sfidare il caos; mettere in discussione anni di leadership cristallizzate; confrontarsi con il perimetro labile di una privacy tutta da reinventare: è arrivato il momento di iniziare a collaborare.